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Dietro al rapporto perso nella notte dei tempi, che lega l’uomo al fuoco finisce per passare quasi inosservato il gesto spontaneo attraverso il quale il primo ha potuto sfruttare quest’ultimo per la cottura del cibo: quello di infilzare gli alimenti attraverso un ramo per poterli esporre più comodamente al calore senza scottarsi.
Nella sua semplicità si tratta di un atto rivoluzionario, in grado di influenzare per sempre alcune culture come nel caso del churrasco brasiliano e le cui tracce son o ritrovatili in tutto il mondo, dal Kebab mediorientale fino allo Yakitori giapponese per arrivare addirittura al nostro spiedo bresciano o ai nostri arrosticini abruzzesi.
La grande meraviglia che nasconde il mondo dello spiedo é la sua capacità di declinare in modo tanto diverso il proprio risultato e di conseguenza i propri principi di cottura, in funzione del modo attraverso il quale trova applicazione. Pur trattandosi di semplice “carne infilzata” infatti, il fatto che lo spiedo ruoti durante la cottura o che serva per supportare in modo statico piccole porzioni di cibo “finger”o ancora, che assuma la forma di una spada, utile a mantenere sospese porzioni più grandi, chiama in causa principi di cottura completamente diversi.
Conoscerli, apprezzarli e saperli sfruttare al meglio significa portare alla massima espressione una delle forme di cucina più sincere e allo stesso tempo più conviviali ed entusiasmanti del mondo barbecue.
Marco Agostini
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