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L’argomento “Pizza” in Italia é da sempre estremamente spinoso. Qualsiasi cosa é argomento sufficiente per generare discussioni: dalla lievitazione dell’impasto al tipo di condimento scelto ma in assoluto nulla riesce a dividere di più di quanto é in grado di fare il metodo di cottura. É meglio la Napoletana con il cornicione o la Scrocchiarella Romana? Meglio alta o bassa? E quella americana può ancora chiamarsi “pizza”?
La cottura in un forno tradizionale a legna genera una particolare combinazione di azioni di calore nei confronti della pizza, tale da produrre un risultato unico alla base dell’orgoglio partenopeo per il loro piatto più rappresentativo. Questo non significa però che non si possa ottenere una buona pizza, golosa, cotta omogeneamente, non secca e senza alcuna bruciatura anche attraverso altri strumenti.
Uno dei più cavalcati e purtroppo più bistrattati in questo senso, é proprio il grill barbecue attraverso l’estensione dell’utilizzo di una pietra refrattaria. Il principale e più diffuso errore nel suo utilizzo risiede proprio nell’applicare le regole di un forno a legna suggerite dall’amico pizzaiolo sul grill di casa, che chiaramente ha caratteristiche proprie tali da renderlo uno strumento completamente diverso.
La buona notizia é che imparare correttamente a sfruttare una pietra refrattaria e a gestirne le temperature apre al mondo più allargato dei panificati in griglia che rappresenta il vero oggetto di questo corso.
Ma adesso é ora di accendere i fuochi ed accedere al mondo dei lievitati in griglia!
Marco Agostini
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